Test Conconi e Test incrementale nel ciclismo
- LUCA CASTELLONE
- 6 ott 2017
- Tempo di lettura: 3 min

Il test Conconi è stato elaborato negli anni 80 dall’omonimo professore con il fine di individuare la frequenza cardiaca corrispondente alla soglia anaerobica. Nel ciclismo il test è condotto su cicloergometro dunque il carico imposto durante il test è espresso in termini di potenza. Il carico viene incrementato linearmente a step costanti correlandolo con la frequenza cardiaca. Il test è pensato per atleti che si allenano con cardiofrequenzimetro.
La soglia anaerobica è lo stato fisiologico che fa da spartiacque tra utilizzo massivo dei sistemi energetici aerobico o anaerobico. La letteratura scientifica (scuola Conconi) mostra che l’attivazione del sistema anaerobico avviene gradualmente con il carico manifestando una cuspide nel punto corrispondente al passaggio di stato fisiologico (transizione tra i sistemi aerobico ed anaerobico). Il test è quindi strutturato in modo tale che emerga questa cuspide e possa essere agevolmente individuata la soglia anaerobica.
Il test Conconi si esegue su cicloergometro con cardiofrequenzimetro e contapedalate. La cadenza di pedalata è un parametro fissato per tutta la durata del test (per ovvie ragioni di costanza del rendimento biomeccanico) ed è consigliabile sia scelta in funzione di alcune caratteristiche dell’atleta. Nel caso più generico si utilizza 90 rpm.
Tipi di test
Ci sono molteplici test da fare e utilizzare con profitto nella propria preparazione:
– il classico incrementale tipo Conconi per valutare la soglia anaerobica
– test di max potenza aerobica (VO2 max)
– il Wingate test per la max potenza anaerobica
– il test F/V (forza/velocità) per valutare il max rendimento,
– i test ad andamento variegato per misurare il rendimento in diverse zone dalla ciclicità aerobica alle variazioni anaerobiche.
La misurazione della fc, del consumo di ossigeno in relazione al costo energetico espresso dalle diverse andature ci fornisce dati importanti per capire il motore del soggetto, e il modo più coerente per orientare la sua preparazione.
Ad esempio si può vedere come la zona sensibile di adattamento si trovi su range di andature e scale di velocità che normalmente il soggetto non frequenta o non allena. Oppure un eccesso di frequentazione in zone allenanti poco o troppo invasive e sollecitanti danno lo stesso effetto prestazionale vale a dire scarso adattamento.
La caduta prestazionale in termini di potenza in un Wingate test di 30” indica lo stato di adattamento all’erogazione energetica massima ma anche la qualità di tenuta e di uniformità della stessa, evidenziando sì picchi intensivi ma anche carenze estensive.
I tipi di test sono in relazione alla competenza tecnica del ciclista e al tipo di gare e impegni che frequenta.
Ad esempio un amatore di 45 anni che ha come obiettivo il brevetto Prestigio ma viaggia a metà classifica, sostanzialmente necessita di due test incrementali (invernale e primaverile) per valutare lo scostamento di soglia anaerobica, la profondità della sfera anaerobica e la consistenza della zona aerobica.
Da qui l’estrapolazione delle diverse andature allenanti (dal FL al sopra soglia) per costruire la torta di preparazione diversa da periodo a periodo per ottimizzare il rendimento che deve essere medio-alto per un periodo lungo di tempo.
Un ciclista di 28 anni con l’obiettivo di entrare nei primi 15 alla Sportful di Feltre richiede un approccio differente con diversi test per la completa analisi della evoluzione prestativa, dalla individuazione della soglia anaerobica alla valutazione della max potenza per determinare il differenziale residuo prestativo (D.R.P.) e un supertest di resistenza a blocchi ad alta intensità per valutare la tenuta ad andature elevate.
Un atleta di 25 anni con la predilizione alla gare in circuito ed amante delle volate orienterà la propria preparazione in funzione del mantenimento di una grande economia gestuale prima della apertura massimale del finale dove si augura di potervi far parte; quindi Wingate test e analisi della curva F/V per orientare i parametri di allenamento alla ricerca della massima intensità lavorativa unitamente al miglior rendimento meccanico.
Per tutti i ciclisti che hanno scelto uno sport aerobico ciclico e vincolato posturalmente è utile anche la valutazione della composizione corporea per conoscere la propria stratificazione lipidica-proteica-glucidica e per orientare la propria alimentazione.
Quando fare i test
Noi come studio di valutazione MC6 Lab proponiamo un segmento di prove in base a ciò che il ciclista cerca.
All’ atleta che privilegia il rapporto di gruppo e vede la bici come strumento di aggregazione e quindi si “allena” poco e pedala molto con gli altri, consigliamo un test incrementale sub massimale a metà stagione e 2 valutazioni di composizione corporea, una ad inizio e una a metà stagione.
Comprensione della funzionalità aerobica espressa dall’andamento dei parametri del test e controllo della percentuale di grassi e tessuto osseo sono i dettagli fondamentali che terremo sotto controllo nel corso dell’anno.











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